28 feb 2016

La moda è..

Stamani, per caso, in FB, ho rivisto la foto di una persona, che può essere felice del suo durare,della sua immagine e del suo stile.
E allora i miei pensieri veloci hanno percorso la mia strada.
Quanti ricordi e...... mi trovo sempre fuori dal coro.
Questo essere lontana da commenti, da punti di vista, da modernità insulse che considerano i valori immortali fuori moda, non mi fa sentire, come un tempo, inadeguata o fuori posto, ma consapevole di me.
Allora in questo turbinio enorme senza schema, anzi col piacere di non stare nel coro, io scrivo, pensando al vestitino e alla scarpina con fiocchetto e cappellino da gondoliere tutto giallo, ( l'ape regina al matrimonio della pricipessa dal corredo ai grani magazzini ) o all'altro con bustier coperto da un banalissimo valenciennes con gonna in mikado, e da tutti considetato unico e "regale" bohhh!
So che adesso mi attiro fulmini e saette dalle donne, ma purtroppo sono loro che non perseguono classe e stile, non ci tengono più all'eleganza , neanche all'eleganza dei comportamenti.
Parlando di arte applicata all'industria, Milano è la meno creativa delle capitali europee.
Milano è...la scarpina.
Milano è... la borsina.
Milano è... il vestitino.
Milano è... e poi?
Quali sono le grandi aziende italiane? La Cirio? la Parmalat?...la Fiat ? nulla.
Nulla di creativo, e se c'era qualcosa di creativo, è passato alla Francia, al Giappone...
In passato la foto era nata per mostrare una realtà  presa da un punto di vista soggettivo, e nella moda lo scopo principale era  mostrare gli abiti, ma oggi sempre più spesso la foto è per mostrare il "mistero",tranne che per Toscani, per il quale anche la foto di moda è stata provocazione,
Abito di J.Patou 1928

Worth 1928

.
Von Wanghenaim invece ha immortalato queste tre mise di Antonelli, se non ricordo male del 1971.

Questa una foto di Gianpaolo Barbieri del '68
e questa è la pubblicità ironica di Chanel del 1970.

che dire di questa meraviglia di Michel Compte che ha fotografato la Loren in Armani?

 e la donna squaw di un grandissimo Walter Albini in TREND del 1970 fotografata da David Bailey?

Abiti, tessuti oramai sono stile, life e ci si sente eleganti comprando un po di plastica griffata, o ancora peggio snobbando per diventare anonimi e sciatti con la scusa dell'intelletual/minimalista, e presentarsi ovunque in jeans e magliatta in cui (il massimo del kitch) c'è scritto "la classe non è acqua".
Dopo tutti questi anni di passione e lavoro nella moda posso dire che la parte più espressiva della moda è la "moda".
Mi sento viaggiatore del secolo.... e la moda non è temporaneo riflesso dell'eleganza, ma la continua fiammella del tempo...o la scintilla del tempo.  La cosa più importante nel indossare è l'ironia. Saper indossare, anche ironicamente un capo di alta moda rende eleganti.
Ciascuno di noi, non dovrebbbe mai dimenticare che ciò che indossiamo è l'idea di "noi stessi".
Gli abiti sono dei simboli, raccontano come siamo.
Guardate questa foto di Helmut Newton per Blumaruine del 1994
.Vestirsi di ironia, e saperne portare quotidianamente l'abito, è una delle qualità che fa vedere bella la vita, si avvicina con "leggerezza" alle nostre passioni.
Dalla rivoluzione della giovinezza accompagnata dalle note dei Beatles, ad oggi, abbiamo assistito ad una parata di stili e tipi femminili, mai visti in un periodo equivalente del passato.La donna bambina, la zingara, la figlia dei fiori, la moongirl e la neoprimitiva, , la vamp e l'androgina, la cowgirl e l'odalisca, la squaw, la geisha, la superwoman e la trovatella, la minimalista e la barocca, l'uniforme militare e la crinolina, la plastica e il naturale, l'opulenza e il poverismo, il glamour e l'antiglamour.( dal mio post ESSENZA DELLO STILE- Ott. 2009)
 E' anche grazie alla fotografia la moda va oltre la moda. 
Forse un giorno posterò i disegni dei costumi di Ertè per il Moulin Rouge, o per il Metropolitan di NY, dato che posso condividere la fortuna di avere delle pubblicazioni introvabili e numerate.Chi adesso è nel turbinio della moda, è cresciuto mostrando agli amichetti quelle pubblicazioni e spiegando ad appena nove anni, chi fossero i grandi, condividendo come un gioco bozzetti di Valentino,  per il NY City Ballet del 1981, che ancora adesso sono poesia.
Ci sono sempre stati dei simboli che hanno caratterizzato una generazione, ma adesso trovo che sia tutto massificato e la cosa che mi rattrista, e vedere quanta classe, carisma, eleganza, immagine hanno acquistato gli uomini, rispetto alle loro coetanee, nonostante queste siano tutte "cucite" ;-)) e spendano fortune in creme e beautyfarm. ed a questo punto uno stile "datato", in questo caso "l'anzianità", fa davvero "età" e stile.