11 set 2017

Perchè si apre un blog?

Anni fa senza sapere nulla di blog e blogger, senza mai averne seguito alcuno, non so come, sono arrivata qui. Non sapevo su cosa indirizzare il blog, ma ho mille interessi, amo tutto, e ero spinta da entusiasmo e curiosità uniti a voglia di smanettare per imparare e mettermi alla prova.
Scrivo quando ne ho voglia ,( ma faccio tutto quando ne ho voglia), senza un programma. Andando in giro per il web, gli in-put sono moltissimi, ed ho in testa argomenti anche da un anno, poi improvvisamente un pensiero un ricordo  mi impongono con impellenza ed di getto di fissare quel concetto, quel ricordo.
Scrivo senza alcun fine, ne di riscontro, ne di ascese di vario tipo, non sapevo e ancora non so  e non capisco il perchè si chiude, si  apre,  si dissente, si dice di cercare condivisioni in un leale raffronto salvo poi cadere in crisi per un dissenso. 
Sono stata latitante per lunghi periodi, non mi sono mai scusata per assenze o per non aver risposto a commenti ricevuti, l'ho fatto ed ho a mia volta commentato solo se sentivo di farlo, senza impegno senza coercizioni, senza regole di un ipocrito bon-ton del web.
Ed ieri sera, dopo aver letto sofismi su sofismi su apparenti libertà e decisive discriminazioni, pensavo come tutto è soggettivo, come la visione di una cosa non è solo diversa nel "marginale" in ciascuno di noi , ma addirittura opposta anche nell'essenziale.
E' quasi mezzogiorno, sono ingolfata nella stanza delle vergogne, chi mi aiuta ha bisogno della mia presenza, ma rientro presto, per vedere con altri occhi quello che per molti sarebbe normalità.



10 commenti:

  1. Difficile commentare questo tuo post, talmente aperto e sincero. Nulla da dire, prendo atto delle tue motivazioni e concordo sul concetto che si cade o si può cadere in crisi per un dissenso.
    Ma non credo che si scriva solo per se stessi "senza fine di riscontro", perché allora si terrebbe il proprio scritto in un cassetto e non lo si pubblicherebbe su un blog aperto a tutti.

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  2. Ambra cara, sono una persona aperta e la sincerità fa parte dell'indole.
    La bugia è altra cosa, essa è soggettiva rispetto ai fatti legata a ricordi a immagini, che purtroppo non si recepiscono in egual modo e che nel tempo si modificano.
    Io penso invece che scrivere è un bisogno nostro, interiore, come un momento catartico, si da a prescindere dagli altri, ma non per gli altri.
    Se poi arrivano consesi o gratificazioni fa sempre piacere, scrivo e leggo la sera a letto, ed ho cassetti pieni di aoppunti commenti, ma al pc è diverso, anche creare il blog, fare le foto, scannerizzarle, è come giocare, a me intriga, mi piace smanettare, per esempio ho messo un po di musica, hahaha ma sono stata tre giorni nel sito ed ho fatto decine di playlist...
    Adoro questo elettrodomestico, che mi fa compagnia, mi ha permesso magnifiche conoscenze, il pubblicare credimi, è al tempo stesso importante e marginale.
    uffa quanto parlo!!!
    un sorriso
    Ps. ma poi hai ricevuto da seneca la mia mail?

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  3. Gingi personalmente ho aperto un blog per condividere una parte di me con persone sconosciute ma che in poco tempo sono diventate amiche ma anche con alcune eccezioni....chi si professava amica e poi si è rivelata solo "amica per interesse"...ma che vuoi fare la vita è così
    Ma non importa tutto ci aiuta a maturare e capire
    Un abbraccio e grazie per averti incrociato sul cammino....a presto!

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  4. Simona cara, il web non fa differenza con le dinamiche dei rapporti della vita reale. Non dobbiamo dimenticare che dietro ad ogni monitor vi è una persona, e che solo il mezzo è virtuale. Le tue considerazioni vanno sempre al centro della questione, e per me è un piacere sapere che fra le conoscenze virtuali ci sia anche tu, ci conosceremo un giorno de visu?
    Un sorriso e un boheur
    Gingi

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  5. Mi ritrovo in larga parte in quello che hai scritto.

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  6. "Scrivo senza alcun fine, ne di riscontro, ne di ascese di vario tipo.." Mi piace molto questo tuo pensiero e lo sento molto mio ...
    scrivo per me stessa ... ma condividere credo sia bello e anche molto umano .. bhè l'idea del blog è stata un gioco , sì ho cominciato per gioco e per vedere se riuscivo a creare un angolino mio ... ecco questo è il mio blog ... un angolino tutto mio... Ciao Gingi un abbraccio : )

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    1. Marinetta, io ho la giornata piena, sono sola posseggo il tempo, ma ho mille interessi e desideri, il blog è stata una curiosità ed un divertimento, ma sono molto incostante, mi ero prefissa di ripostare tutto entro il 15 settembre, ma mi capita di venire a ripubblicare e invece mi metto a giocare a burraco.
      Questo mio angolino, che mi piace moltissimo, in queste sere lo rimetto a posto, e poi se avrò ancora voglia continuo con le mie leggerezze, che non tutti hanno la facoltà di vederne il il pesante contenuto.
      Marinetta sempre complimenti per il tuo angolino e i dolci versi.
      Auguri

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  7. Il blog non è una caserma, né un carcere, né una piazza, né una clinica, né un centro antidroga e né tanto meno un laboratorio di restauro, dove ci si preoccupa di nascondere o annullare il segni di eventuali rotture o rovine. Il blog non è una comune dove, al di là che ci sia uno spazio per tutti, ognuno si comporta in modo autonomo, bensì un luogo dove si convive, tutti insieme nel bene e nel male, amandosi, poiché non puoi fare progressi se non rendi partecipe gli altri del tuo miglioramento. Il blog è un'avventura dove ci si allena al sacrificio, alla disponibilità, al confronto onesto.
    Non credo che la definizione di un blog come un momento virtuale della vita sia esatta. Per me si tratta di qualcosa che è reale. Diciamo che è come scrivere una lettera e avere delle risposte. Quello che si dovrebbe capire è come le persone interagiscono.
    Ma tutti noi siamo diversi a secondo dell'ambiente e delle persone con cui ci relazioniamo.
    Gli atteggiamenti comportamentali che ho allo stadio, mentre assisto ad un incontro di calcio, sono molto diversi da quelli che ho in ufficio. E anche nel posto di lavoro assumo diversi atteggiamenti a seconda che stia parlando con il direttore o con un impiegato. Anche nella famiglia parlo a mia moglie in un certo modo che è differente dal linguaggio che ho con i figli.
    In realtà siamo una, cento, mille persone.
    Il guazzabuglio di parole è specchio di un tipo di pensiero e le chiusure ideologiche nullificano la persona privandola della libertà di un dialettico confronto che accolga idee anche discordi.
    A volte si adottano frasi irriflesse e distorsioni semantiche dove spesso manca una coerenza logico-argomentativa.
    Certe dinamiche comunicative individuali e di gruppo della vita reale è possibile che si replichino nella dimensione virtuale non ancora molto indagata nella sua specificità. Nei limiti ho esaminato varie volte il problema e anche recentemente in Internet tra realtà e finzione, ecc.
    Attraversando alcuni blog o forum mi è sembrato che ci sia una tendenza a preferire le astrattezze e la fuga evasiva dalle varie e contrastanti forme della vita. Se si tenta di esaminarne qualche aspetto concreto e quotidiano, anche in modi non complessi, risulta veramente fuori portata di comprensione, ma se viene percepito dissonante con una propria visione del mondo credo spesso si finga di non capire, si “fraintende”, si ricorre a digressioni, si disconferma, ecc. E' certo più facile il gioco in cui, viceversa, si finge di capire improvvisate e incomprensibili divagazioni in conniventi rimandi con l'illusione di apparire sapienti, ma in realtà incapaci di riconoscere i punti salienti o ineludibili del tema in esame.

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  8. Che il blog non fosse tutto ciò che hai elencato lo sapevo.
    Che ognuno di noi, trasporti in ciò che scriviamo la nostra personalità, anche non volendo, è scontato. Per il resto ti ringrazio della lezione, ma io sono terra terra, e nel blog parlo di me, delle mie esperienze, dei miei ricordi, a volte esprimo qualche opinione, e gli interlocutori, se ci sono bene, se non ci coso e non gli piaccio o non capiscono o condividono, non sono obbligati a leggere.
    Per me è un delizioso passatempo....

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