5 set 2017

Anna Maria Ortese

Ho interrotto la sistemazione di oggetti, la cui presenza opprime, ma, al contempo, da conforto, sicurezza e direi, anche, fa compagnia. Dopo tanto tempo, ho sentito il bisogno di aprire il blog e scrivere cosa stavo pensando.

Da ottobre scorso... in attesa del desiderio e della voglia di digitare, ho preso appunti, scritto commenti, ho, in tutti gli angoli della “casa del gelsomino”, sparsi con il solo ordine mentale, fogli e foglietti... ma oggi, avvicinandomi ad una delle finestre che si affacciano sul "profumo" e con in mano un libro che stavo riponendo ho pensato....

Sono qui oppressa da quanto amo, il peso oltre che materiale e anche quello che ti fa pensare di essere schiava delle cose, di accumulare e avvilirsi, e ho pensato a pagine di prosa superbe, magistrali , che tutti conosciamo, e ricordiamo a memoria. Le prime righe dei Promessi Sposi, l'inizio musicale e struggente del IL Piacere di D'Annunzio.... e ho riguardato la prima pagina del libro che avevo in mano, perchè accantonarlo? perchè fare spazio facendo scelte? E le semplici e pulite parole vicine a noi più di quanto ne abbiamo consapevolezza, importanti, riservate, discrete, forse speciali, perchè nel ricordo di pochi, non meritano la medesima memoria di quelle pagine che sono nella memoriria dei più?


I più bei giorni della mia vita cominciarono in questa città i primi di novembre.

Sono trascorsi da quella data vari anni, e con essi è trascorsa la mia breve giovinezza e la sua felicità.

Oggi, mentre scrivo, è ancora novembre, ancora io vivo in questa città, ed in essa nulla è così radicalmente mutato che non si potrebbe, volendo, riconoscerle l'aspetto di allora; ma sono mutati gli uomini e le cose, e le vicende, se pure a volte in tutto simili a quelle di un tempo, non ne hanno certo lo stesso carattere.

Fra alcuni anni, per non dire venti trenta oppure l'eternità, di queste vicende vi saranno tracce sempre più deboli, leggere, e poi più nulla.

Così, per un momento, come farebbe chiunque allontanandosi dalla sua casa per un viaggio definitivo, io mi volto ancora a guardarle, e vorrei capirne il perchè, strappare ad esse un semplice significato, ma esse continuano a splendere, a sorridere, con un che di strano, di buono.

Se ne vanno!

I monti, i mari del tempo, cioè gli anni, il progresso della vita, aumentano ad ogni attimo la distanza che cominciò un giorno fra noi....

Semplici parole, sentimenti e situazioni comuni, atmosfere di serena accettazione, in un inizio di un POVERI E SEMPLICI di Anna Maria Ortese,

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